Fonendoscopio o pasta di zucchero? Il segreto è in una ricetta…

Irene Colombo
Irene Colombo

In Che te ne Food Posted

Nella mia mente e soprattutto nel mio cuore è impressa l’immagine di mia nonna Rosa davanti ai fornelli.

Chiudete gli occhi con me. L’atmosfera è di una Palermo degli anni ’80, la casa di famiglia è immersa nella campagna, lo scirocco soffia dalle prime ore della mattina ed io, i miei fratelli e mia cugina eravamo svegliati dagli odori che provenivano da quella cucina. Frittura, caponata, pollo selvatico, sugo di pomodoro fresco… poteva forse essere un buon risveglio?! …Vi immagino mentre sorridete, proprio come sto facendo io adesso, con la giusta ironia implicita nella domanda.

Quelle immagini e quei sapori li tengo stretti stretti al mio cuore come le tavolate che chiudevano ogni giornata estiva che sono state, per noi bambini, sempre motivo di festa.

Conservo con cura e gelosia il quaderno di ricette che nonna Rosa mi ha lasciato in eredità, Lei che appena poteva, mi coinvolgeva nella preparazione delle ricette di tradizione. Credo avesse da subito notato l’entusiasmo che provavo anche solo guardandola cucinare.

Immediatamente si sovrappone all’immagine di nonna, quella dei miei genitori che quando si mettevano insieme ai fornelli per preparare uno dei tanti pranzi o delle tante cene per parenti ed amici, era come se danzassero tanto era la complicità e la naturale organizzazione che avveniva durante la preparazione del piatto.

Sarebbe stato naturale, essendo cresciuta in una Famiglia dove cucinare per gli altri è sempre stata una gioia, che io avessi scelto una carriera come cuoca. E invece no: sono una pediatra, figlia di un pediatra e moglie di un pediatra. Sorpresi?

Come pediatra curo il corpo e mi dedico con amore ai miei piccoli pazienti, nello stesso modo in cui, preparando dolci, mi dedico alla cura dell’anima delle persone per cui cucino perché -ho dimenticato un passaggio- negli anni oltre ad essermi laureata in medicina ed a professare questo meraviglioso lavoro con dedizione, non ho mai smesso di approfondire la mia passione riguardo il cibo in particolare quello dolce. Ho studiato in alcune delle accademie più importanti in italia e ho seguito masterclass con pastry-chef di fama internazionale tanto da diventare una cakedesigner.

A tutti dono una parte di me, indistintamente dalla “divisa” che indosso.

Il primo dolce che ho imparato a fare da bambina è stato il salame di cioccolato, la ricetta in questo caso era di una mia zia, un dolce semplice che deliziava il cuore delle persone che lo assaggiavano. I dolci per me sono una vera e propria carezza al cuore, doni preziosi.

Posso dire che con quella ricetta di Zia, con quel dolce di semplice fattura, è iniziato un percorso lungo tutta la mia vita. Una vita segnata da momenti belli, tra i quali ricordo come bellissimo e unico la nascita di mio figlio, e purtroppo da momenti brutti, come la malattia riscontrata nel 2016.

Mi sono interessata alla pasta di zucchero durante la gravidanza, un approccio da autentica autodidatta ma è stato proprio quando mi è arrivata la diagnosi di carcinoma che ho preso sul serio la mia vocazione. Mettermi ai fornelli significava entrare in una dimensione estranea a tutto ciò che rientrava nell’ambito della medicina, sia come medico sia come paziente. Il tempo e lo studio dedicato alla pasticceria mi hanno indotto la forza di lottare.

Pasticceria è chimica, è equilibrio ed io avevo bisogno esattamente di questi “ingredienti”.

Da ragazzina mio padre mi ripeteva: ti devi sempre distinguere dagli altri, sii sempre originale.

Così quando creo un dolce, mi ripeto quelle parole, e cerco di mettere un pizzico di me e della mia originalità, con un odore, un sapore, un accostamento o un colore.

Perché ricordatevi: niente è impossibile per un cuore coraggioso.

 

Info: Facebook “I Dolci di Rò

 

Ndr:

Amo letteralmente i dolci anche se è il salato che solletica molto più facilmente il mio appetito. Ho avuto la grande fortuna di essere “iniziata” ed educata al mondo del dolce, da alcuni dei professionisti più stimati e apprezzati che il nostro Paese vanta con orgoglio.

Poi incontro Lei. Ros è una mamma meravigliosa, un medico attento e premuroso, una moglie complice e un’amica preziosa.

Quando ho scoperto che sapeva preparare dei dolci bellissimi (alcuni sono delle vere e proprie sculture in pasta di zucchero) e soprattutto buonissimi (compresi i lactose e gluten free) ho compreso che c’è ancora speranza. La speranza di avere un mondo più bello.

Un mondo dove i valori sono nei gesti e gli atteggiamenti concretano le parole.

Perché Rossana è proprio questo: è vera, proprio come il suo sorriso quando accoglie i suoi piccoli pazienti e come il sapore della sua pasticceria.

La bellezza salverà il mondo, lo sento spesso dire e condivido questa riflessione ma, sono convinta che se la bellezza ha fondamenta profonde e ben ancorate allora –forse- proteggeremo le nostre unicità.

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